L’approccio sistemico – relazionale non è una tecnica di intervento, ma una lettura delle dinamiche che riguardano l’individuo nelle sue varie forme di relazione: con i propri genitori, nella coppia, con i figli, tra fratelli, con gli amici, con i colleghi, ecc.
L’obiettivo della Scuola di Psicoterapia Familiare e Relazionale non è quindi quello di abilitare i futuri psicoterapeuti a lavorare solo con la famiglia, ma anche con le persone singole, con le coppie, con i gruppi.
Perché allora parliamo di famiglia? Perché è dentro la famiglia che ogni individuo apprende a:
- GENERARE AMORE
- INFONDERE SPERANZA
- TOLLERARE LA SOFFERENZA
- FAVORIRE LA CRESCITA DI OGNI SINGOLO INDIVIDUO E DI TUTTA LA FAMIGLIA
In buona sostanza ognuno di noi apprende in famiglia come si affrontano i vari passaggi evolutivi della vita e di come ogni generazione può rappresentare un’evoluzione rispetto a quella precedente, nel rispetto dei limiti e delle risorse presenti in ogni individuo.
Ad esempio, quando si parla di come si apprende a trattare il dolore non ci riferiamo a come si affrontano situazioni traumatiche o drammatiche. Ci riferiamo a quella fisiologica e indispensabile quota di sofferenza insita in tutti i passaggi evolutivi della vita. Le differenze di genere, di generazioni, e di stirpi che caratterizzano la famiglia, generano continui confronti/scontri tra i suoi membri. La stessa crescita personale richiede, pertanto, una costante rinegoziazione sia con se stessi che con le persone più significative. Sappiamo bene come ogni negoziazione comporta l’accettazione di una “perdita” e, di conseguenza, osserviamo quanto ogni individuo sia in costante movimento. Solo la capacità di trattare il dolore “fisiologico”, in parte connesso a tali perdite, ci permetterà di far fronte alle sofferenze legate alle difficoltà della vita, ai lutti, agli insuccessi, ai traumi di varia natura.
FACCIAMO ALCUNI ESEMPI
Se nel nostro studio giunge un individuo che sta affrontando con sofferenza le difficoltà legate al proprio ambito lavorativo, avrà bisogno di un aiuto professionale che gli permetta di distinguere quanto del proprio disagio attenga al contesto lavorativo in cui è inserito e quanto invece sia in rapporto a limiti personali nell’affrontare i disagi e le frustrazioni che ogni esperienza di vita può comportare. In questo caso la persona andrà aiutata a ripercorrere le varie tappe della sua crescita per comprendere quali sono stati i valori, i miti, i modelli che gli sono arrivati dalle generazioni precedenti. Nella fattispecie, quale valore ha avuto il lavoro nella sua storia familiare, quali aspettative e attese ricadevano su di lui, ecc. Ma anche come fa fronte ai dolori, come è stato educato ad affrontare o evitare il conflitto.
Se invece abbiamo di fronte una coppia che sta attraversando una fase critica della propria relazione o che cerca di capire come separarsi, dovremo essere in grado di fornire un supporto utile alla conoscenza, ad esempio, dei modelli di coppia che ognuno ha ricevuto attraverso il passaggio da una generazione all’altra, di come ridefinire il confine tra l’essere coppia e l’essere genitori, di come le dinamiche presenti dentro le rispettive famiglie d’origine abbiano potuto condizionare le scelte affettive e l’incontro di coppia e, ovviamente, di tanto altro ancora.
In che modo, invece, arrivano alla nostra attenzione le famiglie? I terapeuti più esperti sanno bene che sono i bambini o gli adolescenti che, attraverso il loro disagio, portano la famiglia in terapia. È fondamentale inquadrare le difficoltà delle famiglie non come un arresto patologico del loro sviluppo, ma piuttosto come una parte della loro evoluzione, come un’occasione di riorganizzazione.
La terapia con la famiglia, come afferma Andolfi, è in realtà un lavoro di rete, ovvero una ricerca di risorse, di mani che possano abbracciare salute e disagi. Il malessere delle famiglie si esprime in numerosi modi: disturbi del comportamento in bambini e adolescenti, disturbi del comportamento alimentare, tentati suicidi, depressioni, disturbi fobico-ossessivi, psicosi, sintomi psicosomatici, abusi affettivi e fisici, tossicodipendenze di varia natura.
La competenza del futuro psicoterapeuta si costruisce quindi su vari fronti: partendo da un imprescindibile approfondimento teorico si va via via, nell’arco dei quattro anni, alla costruzione di un’esperienza sul campo che si crea, giorno dopo giorno, attraverso l’incontro con le storie, le più svariate, di dolore, di perdita, di impotenza, di disperazione e così via. Parte centrale è l’esperienza clinica che ogni specializzando vivrà attraverso l’incontro con coppie o famiglie (con la supervisione diretta dei didatti), a cui faranno seguito prima una rivisitazione condivisa con il proprio sottogruppo di lavoro della seduta effettuata e successivamente la rielaborazione con il didatta e tutto il gruppo nella pre-seduta successiva.
CONDIZIONE ESSENZIALE PER SVOLGERE L’ATTIVITA’ PSICOTERAPICA NEI VARI CONTESTI È L’ACQUISIZIONE DELLA CAPACITÀ DI NON RINCHIUDERSI DENTRO SCHEMI RIGIDI E PRECOSTITUITI: OGNI INDIVIDUO CHE INCONTRIAMO È DIVERSO DA TUTTI GLI ALTRI, OGNI COPPIA O FAMIGLIA CHE INCONTRIAMO HA DELLE DINAMICHE PROPRIE CHE SI DIFFERENZIANO DA QUELLE DI TUTTE LE ALTRE COPPIE E FAMIGLIE. IN SINTESI DOBBIAMO ESSERE CAPACI DI NON LEGARCI TROPPO ALLE NOSTRE CONVINZIONI E AI NOSTRI SCHEMI.
IN ALTRE PAROLE PER ESSERE UN BUON TERAPEUTA DOBBIAMO ESSERE FLESSIBILI E ATTENTI ALLE NOVITÀ CHE OGNI INCONTRO CI RISERVA.
Un’attenta lettura, nel sito, delle varie attività svolte all’interno dell’Istituto vi permetterà di cogliere la coerenza con quanto appena descritto.
Tra pochi mesi l’Istituto Veneto di Terapia Familiare festeggerà i trent’anni della sua storia avviata con il primo training di psicoterapia familiare e relazione all’inizio del 1988. Per maggio è stato organizzato un Convegno che avrà, tra l’altro, il compito di fare il punto del lavoro svolto nel corso degli anni dallo staff clinico e didattico dell’Istituto.
A gennaio 2018 inizieranno il loro iter formativo il 41° e 42° gruppo di formazione.
Ad oggi hanno completato il loro percorso oltre quattrocento terapeuti.
Se sei interessato chiama in segreteria e chiedi di essere contattato dal Direttore della scuola Dott. Aldo Mattucci per dirimere dubbi e incertezze e per porre domande su questioni specifiche.